Molti associano un giro in pista, con le gare di moto e di macchine, soprattutto a livello agonistico.
Ma è davvero così, pensate che ci si possa divertire solo con queste?
Bene, allora siete sull’articolo giusto perché oggi vi svelo un altro modo di girare in pista e divertirsi in egual modo.
E’ un’ altra entusiasmante attività che è accessibile ad ogni comune mortale appassionato di velocità e desideroso di provare un po’ di adrenalina in corpo, il mondo dei Kart.
Il Karting è sempre una specialità dello sport motoristico.
Vi si corre con piccoli veicoli a quattro ruote dal telaio in tubolare d’acciaio e privi di sospensioni e dotati di motore a combustione esterna di piccola cilindrata (2T e 4T).
Vi chiederete, ma cosa sono i 2T e i 4T?
Per chi non è molto esperto lo spiego subito.
Sostanzialmente la differenza dei due motori si trova nel numero dei passaggi che permettono la combustione.
Nel motore a 2 tempi i passaggi sono due.
Nel primo passaggio, il pistone salendo crea una depressione e nello stesso tempo permette l’apertura della luce di aspirazione, chiudendo però la luce di scarico.
La depressione richiama la miscela la quale entrerà dalla luce di aspirazione e sarà immessa nel condotto di travaso che la porterà, attraverso la luce di travaso, nella camera di combustione.
Nel secondo passaggio il pistone scende e in questo momento avviene il travaso.
Successivamente il pistone risale e così facendo “blocca” nuovamente le luci di scarico e di travaso per poi discendere grazie alla deflagrazione dei gas (sempre per via della scintilla provocata dalla candela); compiendo di nuovo un azione di discesa il pistone riapre le luci di scarico e travaso permettendo l’espulsione dei gas.
Nel 2 tempi la fase attiva (la fase in cui vi è la trasformazione dell’ energia da chimica a termica) a ogni ciclo COMPLETO.
Nel motore a 4 tempi invece i passaggi sono quattro:
- 1 = ASPIRAZIONE. In questa fase il pistone scendendo dal punto morto superiore (PMS) al punto morto inferiore (PMI) crea depressione nella camera di combustione che grazie all intervento del carburatore o dell’iniettore si riempie di carburante.
- 2 = COMPRESSIONE. Dopo la chiusura della valvola di aspirazione il pistone fa un movimento inverso a quello della fase di aspirazione, ovvero dal PMI sale al PMS comprimendo il carburante nella camera di combustione.
- 3 = SCOPPIO. Quando il carburante è arrivato a pressione la candela produce una scintilla, la quale fa deflagrare il carburante che espandendosi respinge il pistone nel PMI.
- 4 = SCARICO. Il pistone che si trova nel PMI grazie all’esplosione del carburante risale al PMS, i gas provocati dall’esplosione verranno espulsi dalle valvole di scarico che liberando il cilindro dai gas.
I residui della combustione saranno immessi nel collettore di scarico e dopo si sposteranno nell’impianto di scarico, cioè la marmitta, che dopo aver filtrato i gas li libera nell’aria.
In poche parole, nel motore a 4 tempi avviene una fase attiva (la fase in cui vi è la trasformazione dell’ energia da chimica a termica) a ogni 2 cicli completi del pistone.
Un altra importante variazione la troviamo nel sistema frenante dei Kart.
Quelli a marce hanno tre dischi, uno al retrotreno ed uno per ognuna delle ruote anteriori del veicolo.
I monomarcia, invece, hanno un un solo freno posteriore; ma negli ultimi anni alcuni mezzi hanno anche dei piccoli freni anteriori ad azionamento manuale.
Inoltre alcuni telai offrono la possibilità di aggiungere o rimuovere delle barre che permettono di variare la rigidità del Kart.
Un altro aspetto importante è la posizione del sedile, ogni telaio ha la sua posizione ideale data dal peso del pilota e dal suo stile di guida.
Una cosa importante da tenere ben presente è il peso, infatti è stato imposto un peso minimo in base al veicolo e all’età del guidatore.
Attualmente si va dagli 85 kg (guidatore + kart) per i guidatori dai 6 ai 7 anni fino ad arrivare ai 180 kg per i guidatori dai 35 anni in su.
Il mondo del Karting può essere anche una preparazione ad una futura carriera da pilota automobilistico e questo lo dimostrano dei noti volti della Formula 1 che in passato sono stati kartisti a livello internazionale, come ad esempio Schumacher, Hamilton, Fisichella e altri.
UN PO’ DI STORIA
Il Kart nacque ufficialmente oltre oceano nell’estate del 1956.
In Italia ebbe il suo debutto nel 1957 quando Nicolò Donà Delle Rose acquistò un kart con motore Villiers 175 a Londra e lo portò a Milano per divertirsi con gli amici sulla pista del circuito di Monza.
Avendo un notevole successo negli USA e in Inghilterra venne avviata una produzione in piccola serie di Kart e i primi esemplari prodotti andarono a ruba tra i primi appassionati.
Le prime gare venivano svolte nelle piazze principali dei paesi tracciate con delle balle di paia.
Visto il successo del kartismo, dato i costi limitati, venne promosso come sport e si iniziarono a realizzare le prime macchine Italiane del settore.
In questo periodo relativamente lungo vennero apportati dei cambiamenti ai materiale e alla sicurezza dei veicoli però nel tempo si è riuscita a mantenere fondamentalmente l’elementare idea strutturale del veicolo: assenza di sospensioni, quattro ruote, un telaio nudo in tubi e un motore molto semplice da utilizzare.
Oggi come oggi gli appassionati di Kart trovano sfogo della loro passione sulle piste a loro dedicate dove possono gareggiare e divertirsi in piena sicurezza, assistenza tecnica e perchè no, se il luogo lo prevede anche la possibilità di servirsi dell’area ristorazione.
Sono posti adatti a tutta la famiglia, vengono effettuati delle scuole di Kart per i ragazzi, noleggi, eventi e quant’altro.