Quando guardate un gioiello nella vetrina di un negozio vi capita di pensare da dove provenga, qual è l’origine dei gioielli?
Fin dall’antichità le donne hanno sentito l’esigenza d’ indossare monili decorativi che le facessero sentire più belle e allo stesso tempo conferissero prestigio e originalità, basti pensare che i gioielli nacquero ancora prima del vestiario.
I metalli in Italia venivano lavorati già nell’età del rame 3500-2300, e ancor prima nel Medio Oriente 5000-4000.
Certo i materiali utilizzati a quei tempi erano un po’ scadenti, solo intorno al 3.000 a.C. iniziò l’interesse dell’uomo nei confronti dell’oro.
Per il popolo egiziano, questo metallo rappresentava Ra il Dio del sole, molti altri popoli associavano le divinità all’oro, probabilmente grazie al suo colore, paragonato a quello del sole, fonte di energia e di vita sulla terra.
Questo fu il motivo che diede origine all’esigenza di adornarsi per scopi religiosi. A quell’epoca, gli oggetti in oro venivano arricchiti con pietre, smalti e materiali vari.
Per quanto riguarda gli anelli, furono sempre gli egiziani intorno al 2.800 a.C. ad utilizzare le prime fedi nuziali, il cerchio per questo popolo era considerato simbolo di eternità perché non aveva inizio né fine.
Per arricchire ulteriormente i gioielli e tra questi gli anelli, è consuetudine incastonarvi delle pietre preziose, tra queste i più pregiati sono i diamanti.
I primi giacimenti di diamanti furono scoperti in India e fu Marco Polo ad importarli in Europa; questi, data la loro struttura resistente, trasmettevano a chi li indossava un’aura di potenza, d’invincibilità, il nome diamante, deriva dal greco e significa invincibile, indistruttibile, in Italia il termine diamante viene parafrasato come “amante di Dio”, forse proprio per questo su alcune fedi nuziali viene incastonato un diamante.
E’ considerata anche la pietra della purezza, tanto che nel 1214 un’ ordinanza vietava alle donne l’utilizzo dei diamanti, poiché l’unica considerata degna d’indossarli, era la Vergine Maria. P
er fortuna questa tradizione venne infranta pochi secoli dopo, quando Carlo VII di Francia iniziò a regalare gioielli con diamanti alla sua amante.
Da allora i gioiellieri, che fino a quel periodo potevano forgiare esclusivamente oggetti ornamentali religiosi, iniziarono a sbizzarrirsi con la gioielleria, producendo manufatti sicuramente più interessanti, così verso il 1519 Cosimo I de’Medici destinò le botteghe di Ponte Vecchio ad uso esclusivo della corporazione orafa di Firenze.
Fu nel periodo rinascimentale che venne rivoluzionata l’idea e l’utilizzo del gioiello.
Anche grazie alle più svariate quantità di pietre preziose in commercio che potevano soddisfare le esigenze più capricciose dei nobili, di possedere oggetti originali.
Iniziò un periodo di competitività tra le famiglie abbienti, di accostamento tra gioiello e vestiario, l’ossessione per lo stile più originale scatenò una competizione incredibile che diede modo ai gioiellieri di sbizzarrire la loro creatività.
Purtroppo il continuo susseguirsi di fusione di gioielli per crearne di nuovi, non lascia molta traccia degli oggetti di quell’epoca.
Una vera disgrazia dato che vari pittori e scultori dell’epoca come ad esempio Botticelli e Brunelleschi, lavoravano come giovani apprendisti nelle botteghe orafe e anche grazie al loro gusto estetico l’oreficeria subì un cambiamento fondamentale.
Le simmetrie rigorose del barocco passarono attraverso alle linee sinuose del rococò lasciando spazio successivamente allo stile neoclassico.
In Francia durante la rivoluzione, l’alta borghesia rinunciò ai gioielli incastonati di pietre preziose considerate poco “democratiche”, in quel periodo preferivano indossare gioielli rifiniti con lavorazioni a smalto o impreziositi da perle.
Anche le pettinature venivano studiate appositamente per scoprire i lobi e dare risalto agli orecchini che armonizzavano la forma del viso e sottolineavano lo sguardo.
Nel XVII secolo ci fu il grande ritorno delle pietre preziose, a Venezia nacque il primo diamante con taglio a brillante, grazie al quale la luce riflessa aumentava a dismisura la brillantezza del minerale, ancora oggi questo taglio è il preferito dagli acquirenti di diamanti.