I gioielli di corallo sono stati per lungo tempo oggetto dei desideri di milioni di donne in tutto il mondo.
Il corallo era usato per creare monili di tutti i tipi ma anche oggettistica preziosa per la casa che era un segno distintivo di eleganza, buon gusto ed anche di una certa possibilità economica.
Oggi il corallo – dopo un periodo di declino – sta tornando prepotentemente di gran moda perchè è meno costoso rispetto ad altre pietre preziose ma è altrettanto capace di donare eleganza e quel tocco di glamour a chi lo indossa.
Ma in cosa cosa consiste esattamente il corallo? E come viene estratto e lavorato?
Scopriamolo insieme.
CHE COS’E’ IL CORALLO
Il corallo è una sostanza calcarea prodotta da piccolissimi animali marini che si chiamano, appunto, coralli. In natura si presenta sotto forma di ramoscello la cui lunghezza può variare dai 15 ai 30 centimetri.
Tipico il suo colore rosso vivo che può sfumare, però, in diverse gradazioni.
Solitamente vivono in colonie fisse, in banchi di coralli vivi in superficie e di coralli morti sul fondo.
Il loro habitat naturale si trova nei mari caldi e temperati ad una profondità che varia dai cinquanta ai duecento metri.
Banchi di corallo sono presenti un pò ovunque ma in Italia i più importanti e belli sono in Sardegna, in Sicilia e nelle isole Lipari, nella provincia di Napoli a Torre del Greco.
LE TIPOLOGIE DI CORALLO
Come accennato prima, è presente in diverse tonalità: la differenza di colore dipende da una sostanza organica presente al suo interno che non è stata ancora classificata e ben identificata.
La tipologia più diffusa è il corallium rubrum – di un rosso vivo – che vive nel Mediterraneo.
Dello stesso colore anche il tipo corallium secundum che è presente, invece, nei mari del Giappone.
Esistono anche altre gradazioni: c’è quello moro che è di una tonalità molto scura e cupa; quello rosa; quello detto pelle d’angelo perché è di un rosa pallido e delicato come la pelle dei neonati; quello bianco ed infine quello nero che prende questo colore perché è rimasto a lungo sotto la superficie del mare ed ha quindi assorbito diverse sostanze che lo hanno scurito.
Esiste anche un vero e proprio corallo nero ma è estratto da un polipo particolare che vive nel Mar Rosso ed è quindi estremamente raro.
Il colore più raro di tutti, però, è quello blu che viene estratto da una specie di corallo detto acori che si trova in Africa vicino alle coste del Camerun.
COME SI ESTRAE
Le tecniche di pesca del corallo sono abbastanza simili in tutti i posti del mondo, con qualche piccola differenza sullo strumento utilizzato.
I pescatori italiani sono soliti operare trascinando sul fondo del mare delle particolari croci di legno che sono composte da due travi intrecciate alle cui estremità sono collegate delle reti da pesca molto robuste.
La barca muovendosi trascina le croci che tranciano il corallo facendolo cadere nelle reti. Questa tecnica è detta dell’ingegno.
In Spagna ed in Sardegna si pesca il corallo con tecniche molto simili solo che al posto delle reti ci sono degli uncini che intrappolano il corallo.
C’è il rischio, però, in questo modo di frantumare il fragilissimo calcareo e rendere inutile la pesca.
In Giappone, infine, si utilizzano canne di bambù alle cui estremità sono attaccati pesi e reti per la raccolta.
La canna viene passata sui banchi di corallo che vengono così staccati dal fondo per poi cadere nelle reti.
COME SI LAVORA
Le tecniche di lavorazione del corallo sono sostanzialmente due: il liscio, che è quella impiegata più spesso per la lavorazione di monili, e l’inciso, per la realizzazioni di opere più complesse.
Nel liscio il corallo prende la sua tipica forma geometrica, solitamente utilizzata in gioielleria.
Per procedere alla lavorazione, il materiale viene asportato tramite seghe, lime, mole abrasive, etc.
Una volta tagliato il corallo viene poi lucidato, attraverso due possibili procedimenti che sono quello a cera o quello di burattatura.
Fra le varie operazioni previste, c’è anche quella della foratura che consiste nell’apporre dei piccoli fori sul corallo che servono a far passare il filo per creare collane o bracciali.
Anche nella tecnica dell’inciso il materiale viene lavorato per asportazione.
A differenza del liscio, qui vengono utilizzati strumenti di precisione come frese e bulini perché il corallo così lavorato viene destinato alla realizzazione di cammei, sculture ed altre opere artistiche.
In base al tipo di lavorazione, vengono fuori prodotti differenti, diversamente nominati.
Fra questi, abbiamo le frange che sono fili sottilissimi della lunghezza variabile fra i cinque ed i cinquanta millimetri.
Ci sono poi le olivette che hanno la tipica forma ad oliva, molto liscia e di minore dimensione.
Le flotticelle hanno invece la forma di cilindro; le chiattelle che hanno l’aspetto di rondella; i tondi, che sono palline perfettamente sferiche.
Altro taglio interessante è quello dei fili accodati che sono fili dello spessore uguale che hanno però lunghezze diverse messe in ordine crescente.
QUALCHE CURIOSITA’
Dall’antichità il corallo era considerato un potente amuleto contro la malasorte, utilizzato per proteggere contro le avversità della vita e della natura in particolare.
E’ abbastanza frequente imbattersi in coralli falsi.
In Giappone, soprattutto, viene prodotto un materiale che si chiama bamboo coral che consiste in sassi colorati che vengono lucidati fino a sembrare corallo vero e proprio, ovviamente più pesante.